PER
SEMPRE
di
Claudia Borri e Martina Costanzo
traduzione
di Chiara Agazzone e Federica Magnoni
24 marzo 1898
“Finalmente! Ti sto aspettando da dieci minuti” disse con
tono piuttosto seccato Annalisa.
“Mia mamma, anche se era in ritardo per andare al lavoro
ai campi, ha voluto accompagnarmi. E sai che lei quando si agita, perde un
sacco di tempo...” disse in risposta Roberto.
“Invece di inventarti scuse inizia a correre perché sennò
ti prendo!”
Iniziò così per Annalisa e Roberto, due ragazzini di 13
anni, di Gozzano, migliori amici fin dall’asilo, un altro pomeriggio di giochi
alla Chiesetta di Luzzara.
La chiesa di Luzzara è una costruzione alquanto buffa,
piccola e schiacciata, con un sottile campanile a vela con campana e tre
“rigonfiamenti” della parte retrostante, che la fanno apparire goffa ma
simpatica. La facciata,
rivolta verso ovest, è a capanna con un portale affiancato da finestrine
rettangolari e sormontato da un’ulteriore finestra circolare. Sul fianco
meridionale, dove è aperto anche un secondo ingresso e una piccola feritoia, è
addossato un locale con funzioni di sagrestia. E’
posta in uno spiazzo in mezzo al bosco, un luogo tranquillo e immerso nel
verde, l’ideale per organizzare giochi e picnic.
Annalisa e Roberto erano frequentatori assidui di quel
luogo. Quasi tutti i pomeriggi vi si recavano per incontrarsi. Il loro era un
rapporto di quelli profondi ma non impegnativi, durava da tanto tempo e, come
le cose che durano molti anni, avevano passato anche loro degli alti e bassi,
sempre risolti con la riappacificazione e un abbraccio. Erano come
fratello e sorella, come sole e luna, come acqua e fuoco, molto diversi ma
capaci di capirsi con un solo sguardo.
Quello era un pomeriggio assolato di maggio e l’aria era
stranamente statica come se stesse aspettando una folata di vento o forse una
pioggerellina improvvisa.
Antonio Pr. era un bambino strano. Figlio di un
personaggio importante di Gozzano, possedeva tutto quello che un bambino
avrebbe sempre voluto avere: trenini, un’altalena, un pallone, una bicicletta,
uno scivolo in giardino.
Ma aveva pochi amici anzi, a dire il vero non ne aveva
affatto. I suoi compagni di giochi erano i domestici che si aggiravano per la
grande casa di famiglia.
Ma perché così solo? Pareva fosse malvagio. Sembra strano
o addirittura un’esagerazione dire che un bimbo fosse cattivo, ma era proprio
così. Infatti tirava le trecce alle bambine, calci e pugni ai maschietti,
legava i lacci del grembiule delle anziane signore che stavano sedute sulla
panchina della piazza, alle gambe della panchina stessa, così che quando si
alzavano si levava un coro di - Oh Signur! -, metteva le rane nella minestra
della suo povera governante - Santa donna! -. Nessuno lo voleva come amico,
nessuno lo sopportava, a nessuno era simpatico. Ma quel che gli mancava di più
era l’affetto dei genitori. Per questo motivo si comportava così, per farsi
notare da loro, nel bene o nel male.
Antonio era spesso invidioso degli altri bambini, quelli
che la domenica pomeriggio si ritrovavano in piazza a giocare a pallone, o che
giocavano a nascondino tra le colonne del Ticial. Avrebbe voluto essere lì con
loro ma sapeva già che sarebbe stato respinto e rifiutato da tutti, a
prescindere.
Quel giorno a scuola aveva sentito dire che Annalisa e
Roberto, due suoi compagni di classe, si sarebbero ritrovati, come tutti i
giorni, alla chiesa di Luzzara.
Invidioso di quel rapporto così saldo che i due avevano
instaurato, decise di seguirli, con la speranza, oltre che di scoprire qualche
loro segreto da spifferare in giro per seminar zizzania, di trovare la carcassa
di un animale morto da poter punzecchiare per divertimento.
Roberto, quel pomeriggio, per scommessa salì sull'albero
adiacente alla chiesetta per poi raggiungere il tettuccio di una delle absidi
esterne della costruzione. Arrivato in cima saltò subito a terra urlando - Lo
faccio per amore! - e cadde in piedi, proprio di fronte ad Annalisa che,
stupita e anche un po’ preoccupata per l’incolumità dell’amico, lo abbracciò.
Continuarono a rincorrersi fino ad arrivare al verde
prato davanti alla chiesa, dove si distesero guardando le nuvole, simili a
zucchero filato, che passavano nel cielo.
Annalisa portò le braccia dietro alla testa e Roberto
staccò un filo d’erba e lo mise in bocca, come aveva visto fare da suo papà
durante la vendemmia dell’estate scorsa. Passarono così qualche minuto in
silenzio finché le parole della bambina stupirono lo stesso Roberto - Tu pensi
che può esistere qualcosa che duri per sempre? Io credo di sì. Ad esempio
l’amore di una madre per un figlio, come quell’amore disinteressato di un cane
per il suo padrone. Ecco io credo che la nostra amicizia possa durare per
sempre, sì, con la S maiuscola. Per sempre, per come lo intendo io -
continua Annalisa - è qualcosa che anche a 80 anni di distanza lo si ritrova
come quando lo si è lasciato. Per sempre è la forza che ti fa andare avanti
nonostante litigi o gelosie. Per sempre è quello strano sentimento che ti fa
capire che l’altra persona non ti potrà mai tradire e che sarà con te in ogni
momento proprio perché è come te: una dolce affinità che lega nel profondo del
cuore. Io forse questo mio "per sempre” lo sto provando, non so se è
ricambiato, non so se davvero durerà, ma voglio rischiare perché so che il mio
sentimento è troppo forte per tenerlo racchiuso dentro di me. Vorrei poter
correre libera e urlare al mondo che voglio stare sempre insieme a quell’amico
che mi fa sentire me stessa, quell’amico con cui non ho bisogno di fingere, con
cui posso fare tutto, con cui posso confidarmi e sapere di essere ascoltata e
aiutata se ne ho il bisogno. E quest’amico sei tu, Roberto. -
Roberto, sconvolto, tacque per qualche secondo e poi
cominciò dicendo - Io sono convinto che l’amicizia sia un sentimento che non si
può programmare. Penso invece che debba essere spontaneo e naturale: noi ci
conosciamo da tanti anni, ed è vero, siamo sempre stati molto affiatati, ma non
credo di essere pronto per un giuramento. È questo che mi stai chiedendo? -
- Sì- rispose decisa la bambina.
- Ci sono giorni in cui mi chiedo che ne sarà della mia
vita quando crescerò; sono ben convinto della scuola che voglio frequentare, so
già il lavoro che farò, ma non sono altrettanto convinto di chi starà al mio
fianco in questa avventura, che è la mia vita. Io non so bene che cosa voglio
da te.”
Due lacrime rigarono le guance di Roberto, lente e
silenziose. Annalisa lo abbracciò
subito e lo consolò.
Ad un certo punto, Roberto alzò la testa e guardò negli
occhi la ragazza, che dolcemente gli accarezzava i capelli e in quel momento
capì che quell’amicizia era troppo forte per far finta che non esistesse o che
non sarebbe durata.
Si presero per mano e fecero un giuramento. Insieme dissero:
- Giuro solennemente che la nostra amicizia durerà per sempre, che nessuno
potrà mai dividerci, nemmeno il tempo. Mi si possa staccare la lingua, possa io ingoiare
un verme intero, mi si rivoltino gli occhi, mi cadano i capelli se non rispetto questo
sacro giuramento. -
E insieme scoppiarono a ridere come solo due ragazzini
sanno fare, senza preoccupazioni nella voce e senza finzione.
Antonio ribolliva di rabbia mista a un’invidia che forse
non aveva mai provato. Questo sentimento lo conosceva bene ma non era mai stato
intenso come in quei momenti. Nascosto dietro ai cespugli che separavano il bosco
dallo spiazzo d’erba che attorniava la chiesetta, osservava con disappunto
Annalisa e quello sbruffone di Roberto tenersi per mano, ridere e rotolarsi nel
prato, tra le margherite e le cavallette che saltavano ogni volta che i piedi
dei bambini si avvicinavano troppo a loro. Quanto avrebbe voluto essere al posto
di quel bambinetto, vicino alla sua Lisa.
Il cielo si stava rannuvolando lentamente e poco dopo una
lieve pioggerellina iniziò a cadere. Antonio vide i due amici che, rincorrendosi e
ridendo, scappavano davanti alla porta principale della chiesa per ripararsi,
fermandosi uno davanti all’altra e guardandosi negli occhi per un istante che
ad Antonio parve interminabile. Consapevole di non poter sopportare quella
visione si girò di scatto deciso ad andarsene.
Si diresse verso la stradina che l’avrebbe riportato a
casa, triste e arrabbiato. Arrivato a metà percorso si fermò. Guardò in alto
verso le nuvole scure e giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per
rovinare il dannato legame tra quei due bambini che tanto lo tormentava.
La pioggia ora cadeva forte e gli rigava la faccia non
permettendogli di aprire completamente gli occhi. Le lacrime si mescolavano
alle gocce e tutto era diventato grigio e freddo per lui.
16 giugno 1918
- Mamma, ho paura - disse Annalisa a Franca.
- Ma se è lui l’uomo che ami, non dovresti avere paura -
La sposa si allontanò dalla madre che le stava sistemando
il vestito nuziale nella sagrestia della chiesa, si guardò allo specchio
chiedendosi che cosa volesse davvero. Uscì e fece una passeggiata sul verde
prato dietro alla chiesetta. Sentiva gli invitati parlare quando una voce alle
sue spalle la chiamò. Il futuro sposo le si avvicinò e la cinse in vita con il
suo braccio.
- Amore - disse - ti ricordi quando, vent’anni fa, ti
spiavo da dietro quei cespugli perché non avevo il coraggio di parlarti? Ti
ricordi quando ti ho aiutata a ritrovare la strada di casa quando ti sei persa?
E quando ti lasciavo sull’uscio di casa i mazzolini di mughetti? - Annalisa,
non tanto convinta, rispose - Sì, certo che me lo ricordo. Sai, forse abbiamo
fatto il passo più lungo della gamba: non siamo troppo giovani per sposarci?
Mille dubbi mi assillano.-
- Oh, sono i soliti dubbi che assillano tutte le
spose prima del Sì definitivo. Immagina: dopo questo meraviglioso giorno
andremo a vivere nella stessa abitazione, avremo tanti bambini che
scorrazzeranno per tutta la casa, magari avremo anche una domestica, un grande
giardino, un cane che chiameremo Zeus. E magari il nostro primo figlio
diventerà medico o forse avvocato. Passeremo tutta la vita insieme, compreremo
una casa al mare e quando saremo vecchi ci trasferiremo lì, lontano dai
problemi dei giovani. Eh, che ne dici tesoro? -
Annalisa si limitò ad annuire. La campana della chiesetta
di Luzzara iniziò a suonare, come la campanella della scuola che richiama i
ritardatari. I due sposi si separarono, pronti per iniziare la cerimonia.
L’interno della chiesetta di Santa Maria di Luzzara è
diviso in tre campate da due grandi archi sorretti da bassi pilastri, ed è composto da una nava unica
terminante in tre absidi.
Sulle pareti interne e sulla facciata si conservano degli affreschi
risalenti al XVI Secolo. Altri affreschi sulla parete meridionale
interna sono invece opera di Angelo Canta attivo a Gozzano
nel 1550. Di grande
importanza è l'imponente crocifissione dipinta sull'arco trionfale, che crea
un’atmosfera solenne. I fiori ornavano tutta la romantica chiesa.
Gli sposi stavano uno davanti all’altro tenendosi per
mano. La cerimonia procedeva come previsto. Il sacerdote che celebrava la
funzione si apprestò a leggere la promessa di matrimonio. Disse: - Carissimi
Annalisa e Antonio, siete venuti insieme nella casa del Padre, perché la vostra
decisione di unirvi in Matrimonio riceva il suo sigillo e la sua consacrazione,
davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità. Voi siete già
consacrati mediante il Battesimo; ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il
sacramento nuziale, perché vi amiate l’un l'altro con amore fedele e
inesauribile e assumiate responsabilmente i doveri del Matrimonio. Pertanto vi
chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni. Antonio Pr., vuoi accogliere Annalisa Fr. come
tua sposa nel Signore, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel
dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni
della tua vita? - Senza indugio e con un pizzico di impazienza nella voce,
Antonio rispose – Si -
Il prete proseguì: - Vuoi tu Annalisa Fr. prendere il qui
presente Antonio Pr. come tuo sposo nel Signore, promettendo di essergli fedele
sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e
onorarlo tutti i giorni della tua vita?-
In quell’istante Annalisa ripensò agli ultimi anni: la
grande amicizia con Roberto, la sua partenza per la Guerra, la preoccupazione
per lui, le notti passate a piangere sul letto pregando che fosse ancora vivo.
E poi l’aiuto che Antonio le aveva dato quando Roberto se n’era andato, la sua
disponibilità ad ascoltarla, a confortarla.
Poi la consapevolezza che il suo amico Berto non sarebbe
più tornato. Non aveva sue notizie da tanto tempo ed ogni speranza era svanita.
Lei, in animo suo, lo amava più di chiunque altro avesse amato ma il suo sogno
era evidentemente impossibile. Non sarebbe più tornato, questa era la realtà
che Antonio le ricordava ogni qual volta lei iniziasse a piangere per
quell’amico d’infanzia. L’unica soluzione plausibile e saggia le era parsa
quella di sposare Antonio. E così stava facendo.
Ma era questo che voleva veramente? Una vita programmata
e legata così saldamente alla realtà da apparire noiosa e stancante? Si
ricordava ancora i bei momenti passati con Roberto: con lui si sentiva davvero
libera e capace di fare qualsiasi cosa. Ma ora, stava facendo la cosa giusta?
Era quello il futuro che la attendeva?
Il sacerdote, come tutti i presenti, ma soprattutto lo
sposo, stavano attendendo la sua risposta. Doveva prendere una decisione.
Si sentirono due colpi, poi un terzo: in quel momento si
spalancò la porta della chiesa e apparve un uomo, un soldato. Tutti, anche
Annalisa, si girarono verso di lui. Si chiesero cosa ci facesse lì quel ragazzo
in divisa da militare, malmesso e con le guance rigate da lacrime che
scendevano lente per l’emozione d’aver ritrovato la sua Annalisa, quella
bambina di un tempo a cui aveva giurato fedeltà.
Stupendo tutti i presenti, l’uomo disse - Annalisa, io ti
amo. Sono venuto fino a qui per dirtelo: non intendo andarmene senza di te e
voglio passare il resto dei miei giorni insieme. La Guerra è finita e sono
tornato a casa da poco. Non appena ho saputo che ti stavi per sposare mi sono
precipitato qui per... -
A quel punto si illuminarono gli occhi della sposa che riconobbe l’amico Roberto e capì che la scelta giusta da fare era con lui. Gli
corse incontro e lo abbracciò piangendo.
Lo sposo, scioccato, non disse una parola e si limitò a
fissare i due giovani innamorati dimenticandosi che quello era il suo matrimonio
e la donna che si era gettata tre le braccia del soldato era la sua futura
(anzi, quasi) sposa.
Annalisa, con voce amorevole tremante, senza nemmeno
prendere fiato tra una parola e l’altra, rispose: - Roberto anche io ti amo. La
mia amicizia per te va al di là del nostro giuramento. Non sai da quanto ho
aspettato questo momento. Mi sei mancato, amore mio. -
Antonio capì che il cuore di Annalisa apparteneva a
Roberto da sempre e che il soldato ricambiava quel sentimento che invidiava sin
da quando era piccolo.
Offeso e umiliato si girò e fece per uscire dalla chiesa
quando Lisa lo fermò e gli disse: - Lo sai che, nonostante tutto, ti vorrò
sempre bene e che ti sarò grata per il sostegno e il conforto che mi hai dato
quando avevo bisogno, non è vero?- Antonio senza nemmeno dire una parola annuì
e se ne andò deluso. Anche lui, in cuor suo sapeva che il rapporto tra Annalisa
e Roberto era più di un’amicizia profonda, fin da bambini quando si
incontravano proprio davanti a quella chiesetta. Era inutile negarlo,
nascondendo ad Annalisa i messaggi che Roberto le mandava quando era in trincea
a combattere.
Annalisa, improvvisamente turbata da un pensiero, guardò
dritto negli occhi Roberto e gli chiese
- Perché non mi hai mai scritto? Io ho temuto il
peggio...- e Roberto, con tono incredulo, rispose: - Amore, io ti ho scritto.
Tutti i giorni quando mi svegliavo e ti pensavo e persino alla sera, quando
stanco della dura giornata, andavo a letto. -
In quel momento Annalisa capì che Antonio, quello strano
bambino geloso di loro fin dal principio, non era cambiato. Antonio era proprio
il ragazzino che un tempo le nascondeva le lettere del suo amato per farglielo
dimenticare, ma lei in cuor suo non avrebbe mai e poi mai tradito quel
giuramento.
Fuori dalla chiesa il cavallo del soldato iniziava a
scalpitare a causa delle grida stupite degli invitati alla cerimonia. Annalisa
e Roberto si avviarono, mano nella mano, verso l’uscita della chiesa, non
badando alle occhiate dei presenti.
L’uomo saltò agilmente sul cavallo e tese la mano alla
donna. Sì, era questo che lei voleva, scappare con lui, essere libera da
qualsiasi tipo di vincolo ed essere felice con l’unica persona che l'aveva da
sempre amata.
Decisa, saltò sul cavallo. L’animale, pronto ad andare,
si alzò sulle zampe posteriori e partì al galoppo. Il velo del vestito da sposa
cadde per terra, come una mongolfiera che per alzarsi finalmente in volo lascia
a terra i sacchi che fanno da zavorra, pronta per librarsi in cielo. Per
sempre. Così quella chiesetta rimane un luogo ambito da ogni sposa.
Ispirato
alla Chiesa di Santa Maria di Luzzara, Gozzano.
FOREVER
24th March 1898
-At last! I've been waiting for you for ten minutes-
Annalisa said, in a rather annoyed tone. -My mum, even if she was late for working
in the fields, wanted to accompany me. And you know that when she gets nervous
she wastes a lot of time.- said Roberto in reply.
-Instead of making excuses, start running because
otherwise I’ll catch you!
So another afternoon of playing at the Luzzara church
began for Annalisa and Roberto, two teenagers of Gozzano, best friends since
nursery school.
The Luzzara church is a rather odd, small, flat building
with a narrow bell tower and three “swellings” at the back, that make it look
awkward but pleasant. The church, facing west, has a main portal with small
rectangular windows on each side and above it another circular window. On the
southern side, where a side entrance with a narrow opening can be found, there
is an adjacent room used as a sacristy. It's in a clearing in the middle of a
wood, a peaceful place surrounded by vegetation, the ideal place to organize
games and picnics.
Annalisa and Roberto used to go there often. They went
there nearly every afternoon to meet. Their relationship was deep but not
demanding, it had been going on for a long time and, like things that go on for
many years, they had got over their ups and downs too, always ending with
reconciliation and a hug. They were like brother and sister, sun and moon,
water and fire, they were very different but able to understand each other with
one look.
It was a sunny afternoon in May and the air was strangely
static, as if it was waiting for a gust of wind or maybe for an unexpected
drizzle.
Antonio Pr was an odd child. He was son of an important
person in Gozzano, he had everything that a child would like to have: little
trains, a swing, a ball, a bike, a slide in the garden.
But he had few friends or rather, to tell the truth, he
hadn't any at all. His playfellows were the servants that wandered about the
big family house.
But why was he so alone? He seemed evil. It seems strange
or even an exaggeration to say that a child is bad, but it was really this way.
Actually he pulled little girls' plaits, he kicked and punched little boys, he
tied the laces of elderly ladies' aprons to the legs of the bench when they
were sitting in the square, so when they stood up, they cried out -Oh my god!.
He put frogs in the soup of his poor servant, a truly good woman! Nobody wanted
him as a friend, nobody could stand him, nobody liked him at all. But all he
needed was the love of his parents. So he behaved like that, to attract
attention, whether his behaviour was good or bad.
Antonio was often envious of the other children, who met
in the square to play football on Sunday afternoon, or who played hide-and-seek
between the columns of Ticial. He would have liked to be there with them but he
already knew beforehand that he would be refused by everybody.
That day at school he heard that Annalisa and Roberto,
two of his classmates, would meet at the Luzzara church, as they did everyday.
Envious of that strong relationship, he decided to follow
them, hoping to discover some of their secrets and let them out to make
mischief and to find a carcass of some dead animal to mess about with to pass
the time.
Roberto climbed a tree near the church to get on to the
small roof of one of the outside building apses as a bet that afternoon. He got
to the top, he jumped to the ground immediately screaming: “I do it for love!”
and he fell on his feet, just facing Annalisa that, surprised and a bit worried
about her friend's safety, hugged him.
They went on running after each other until they got to
the green grass in front of the church, where they lay down watching clouds,
like candy floss, floating in the sky.
Annalisa put her arms behind her head and Roberto took a
blade of grass and he put it in his mouth, as his father had done during the
grape-picking of the previous summer. A few minutes elapsed in silence, until
Annalisa's words surprised Roberto: - Do you think that something that goes on
forever can exist? I think so. For example a mum's love for her child, a dog's
loyalty to its owner. Well, I believe that our friendship can last forever,
yes, with a capital F. Forever is something that after 80 years is as it was
when you left it. Forever is the strength that makes you go on in spite of rows
and jealousies. Forever is that strange feeling that makes you understand
that the other person will never betray you and will stay with you all the time
because he's like you: a sweet affinity that binds two hearts. Maybe I'm
feeling my Forever, I don't know if you feel the same, I don't know if it will
go on, but I want to risk it because I know that my feeling is too strong to
keep bottled up. I'd like to run free and scream to the world that I want to be
with that friend forever, the friend that makes me feel myself, that I don't
need to pretend to, that I can do everything with, that I can open my heart to
and know I will be listened to and helped when in need it. And this friend is
you, Roberto. -
Roberto, bewildered, was silent for a few seconds and
then he started saying: -I'm sure that friendship is a feeling that we can't
plan. I think that it must be spontaneous and genuine: we have known each other
for many years, you’re right, we have always got along well, but I don't
believe I am ready for an oath. Are you asking me this?-
-Yes, I am- the girl answered decidedly.
-I sometimes wonder what my life will be like when I grow
up; I have no doubts about the school that I'll attend, I already know which
work I'll do, but I'm not so sure about the people who will be with me in this adventure,
that is my life. I don't really know what I want from you.-
Two slow and silent tears streamed down Roberto's cheeks.
Annalisa hugged him immediately and she consoled him.
After a while, Roberto lifted his head and looked into
the girl's eyes, she caressed his hair sweetly and he understood at that moment
that their friendship was too strong to pretend that it didn't exist or it
wouldn't last.
They took each other’s hands and they made an oath. They
said together: -I swear solemnly that our friendship will last forever, nobody
can ever divide us, neither will time. May my tongue fall out, may I swallow a
whole worm, may my eyes turn back, may my hair fall if I don't respect this
holy oath.-
They burst out laughing together, like only two youngsters
know how, without worries in their voice and without pretence.
Antonio boiled with anger and an envy that he had never
felt before. He knew this feeling well but it had never been so intense. He was
hidden behind the trees that separated the wood from the open space of grass
that surrounded the church, he looked with annoyance at Annalisa and that
braggart of Roberto taking each other’s hands, laughing and rolling on the
grass, among daisies and grasshoppers that jumped every time that the
children’s feet came too near them. He wanted to be in the place of that little
boy, near his Lisa!
The sky was clouding over slowly and a drizzle started
falling a short time later. He saw the two friends laughing and running to
shelter in front of church main portal, then stop in front of one another and
look into each other’s eyes for an instant that seemed endless to Antonio. He
couldn’t stand watching, he spin round and decided to go away.
He went towards the small street that would take him
home, sad and angry. He stopped on his way. He looked up at the storm clouds
and he swore to himself that he would do everything to spoil the damned bond
between those two children that tormented him so much.
It was raining hard now and it streamed down his face, so
he couldn't open his eyes completely. Tears mingled with drops and all
became grey and cold for him.
16th June 1918
-Mum, I am scared!- said Annalisa to Franca.
-But if he is the man you love, you shouldn't be afraid!-
The bride moved away from her mother, who was
straightening her wedding dress in the church sacristy; she looked at her image
in the mirror, wondering what she really wanted. She went out and took a walk
on the green meadow behind the church. She was listening to the wedding
attendants talking when a voice called her from behind. Her future husband came
up to her and put his arm around her waist. –Love- he said -do you remember
when, twenty years ago, I used to peep you through those bushes because I
hadn't got the guts to talk to you? Do you remember when I helped you to find
your way when you got lost at XXXX? And when I left bunches of lilies of the
valley for you at your front door?- Annalisa, not so convinced, replied: -Yes,
of course I remember. You know, maybe we've bitten off more than we can chew:
we are too young to get married, aren't we? I'm beset by a thousand doubts!-
-Oh, they're the usual doubts that beset all brides
before the final I do. Just imagine: after this amazing day, we'll live
in the same house, we'll have a lot of children who will run all around our
home, maybe we'll have a maid too, a big garden, a dog that we'll call Zeus.
And maybe our first son will become a doctor, or a lawyer. We'll spend all our
life together, we'll buy a house at the seaside and when wel become old we'll
move there, away from youthful problems. So, how does it sound my dear?-
Annalisa just nodded. The Luzzara church bell started ringing, like the school
bell that calls latecomers. The bride and the bridegroom parted, ready to start
the wedding service.
The inside of the Luzzara church is divided into three
spans by two big arches supported by flat pillars, and it's composed by one
nave which ends with three apses. On the inside walls and on the front some
frescos dating back to XVI century are preserved. The other frescos on
the southern inside wall are by Angelo Canta, who worked in Gozzano in 1550.
The very important imposing Crucifixion painted on the triumphal arch creates a
solemn atmosphere. All the romantic church was adorned with flowers.
The bride and bridegroom stood in front of each other,
hand in hand. The wedding service was proceeding as expected. The priest who
was celebrating the ceremony started reading the promise of marriage. He said:
-Dear Annalisa and Antonio, you have come together in the House of God because
your decision to be united in marriage can receive its seal and its
consecration in the presence of the Church minister and the community. You are
already consecrated by baptism: now Christ blesses and reinforces you with the wedding
sacrament so you will love each other with faithful and inexhaustible love and
you will assume your marriage duties before God. Antonio Pr, do you want to
receive Annalisa Fr as your bride in God, promising to be faithful to her, in
good times and bad, in sickness and health, and to love and honour her every
day of your life?- Without delay and with a bit of impatience in his voice,
Antonio said -I do- The priest went on: -And do you, Annalisa Fr, want to
receive Antonio Pr. as your bridegroom in God, promising to always be faithful
to him, in good times and bad, in sickness and health, and to love and honour
him everyday of your life?-
At that moment Annalisa thought about the last years: the
strong friendship with Roberto, his leaving for the War, the worry about him,
the nights spent crying in her bed, praying that he might still be alive. And
then the assistance that Antonio gave her when Roberto went away, his
willingness to listen to her, to comfort her. Then the awareness that her
friend Berto wouldn't come back. She hadn't heard from him for a long time and
every hope had vanished. In her heart, she loved him more than anyone else she
had ever loved, but her dream, obviously, was impossible. He would never come
back again, and Antonio reminded her of that reality every time she started
crying for that childhood friend. Marrying Antonio seemed the only possible and
sensible choice. So she was doing that. But did she really want this? A life
programmed and tied so strongly to reality to appear boring and tiring? She
still remembered the beautiful moments spent with Roberto: with him she felt
really free and managed to do everything. But now, was she doing the right
thing? Was that the future that was waiting for her? The priest, as all those
present, but especially the bridegroom, were waiting for her answer. She had to
make a decision.
They heard two knocks on the door, then a third: at that
moment the church door was flung open and a man, a soldier, appeared.
Everybody, Annalisa too, turned round towards him. They wondered why that man
in military uniform was there, in bad shape, with his cheeks stained with the
tears that fell slowly down for the emotion of having found his Annalisa, the
girl to whom he had sworn to be faithful.
Surprising all the those present, the man said:
-Annalisa, I love you. I came here to tell you and I won't go back without you,
I want to spend the rest of my life with you. The war is over and I’ve just
come home. As soon as I got to know that you were getting married, I rushed
straight here to...-
At that moment, the bride's eyes brightened, she
recognised her friend Roberto, and she understood that the right choice to make
was to be with him. She ran to him and she hugged him, crying. The bridegroom,
shocked, didn't say a word and just looked hard at the two young people in
love, forgetting that that was his wedding and the woman that threw herself
into the soldier's arms was (almost) his wife. Annalisa, with loving and
trembling voice, without pausing for breath between one word and the other,
answered: -Roberto, I love you too. My friendship for you goes beyond our oath.
You don't know how long I’ve been waiting for this moment. I missed you, my
love.- When Antonio heard that “my love” he understood that Annalisa's heart
had belonged to Roberto all the time and the soldier returned that feeling that
he had envied since he was a child.
Hurt and humiliated, he turned round to leave the church
but Lisa stopped him and said: -You know that, in spite of everything, I'll always
love you and I'll always be thankful to you for the support that you gave me
when I needed it, don't you?- Antonio just nodded, he didn't say a word and
went away. He was disappointed. In his heart, he knew that the relationship
between Annalisa and Roberto was more than a strong friendship. It had been
going on since they were children, when they used to meet exactly in front of
that little church. Denying it was useless, and so had been hiding the letters
that Roberto had sent Annalisa when he was at war.
Annalisa, suddenly upset by a thought, looked Roberto in
the eyes and asked: -Why didn't you write to me? I feared the worst..-
Roberto, with an incredulous tone, answered: -Love, I
wrote you! Everyday, when I woke up and I thought about you and in the evening
too, when I went to bed, tired after a hard day..- At that moment, Annalisa
understood that Antonio, that strange child who had been jealous of them since
the beginning, hadn't changed. Antonio was really the child of old: he hid the
letters of her loved one to make her forget him, but she, in her heart, would
never break their oath.
Outside the church, the soldier's horse started kicking
his hooves because of the surprised cries from the wedding attendants. Annalisa
and Roberto made for the church door, hand in hand, and they didn't pay
attention to the looks of those present. The man leapt upon his horse and
stretched out his hand to the woman. Yes, that was what she really wanted: to
run away with him, to be free from every bond and be happy with the only man
she had ever loved her. She had decided, when she leapt upon the horse. The
horse, ready to go, kicked up his hind legs and rushed off. The bridal veil
fell like a hot-air balloon, ready to soar. Forever. So that little church is
still a place desired by every bride.
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