IL
BASTONE MAGICO
di
Martina Marotta
tradotto
da Virginia Fornara, Simona Mete, Erika Soldà
Tutto era silenzioso. Francesco, completamente perso nei suoi pensieri, era
seduto nell'ultimo banco della chiesa di Santa Marta. Era uscito di casa
prestissimo. Non era riuscito a dormire tutta la notte, e, attraversando le
stradine di Gozzano, aveva deciso di recarsi lì per pregare. Dio non lo avrebbe
aiutato a pagare i suoi debiti, ma per lo meno sarebbe stato in grado di dargli
la forza di affrontare quella dura giornata. Infatti, il giorno dopo, un lunedì
di metà luglio, sarebbe scaduta l'ultima rata del prestito. Se fosse riuscito a
pagarla, la casa sarebbe diventata di sua proprietà. Aveva fatto tanti
sacrifici, e adesso, a un passo dal raggiungimento di un sogno, tutto svaniva.
I soldi non c'erano e la sua disperazione era più che giustificata.
La moglie lo aveva implorato di cercare un lavoro, ma non
era semplice. In quei tempi di crisi nessuno aveva bisogno di dipendenti in
più, semmai si potevano diminuire gli stipendi. Ma lo sguardo della sua triste
consorte, deluso, amareggiato, rassegnato, gli stringeva il cuore. Perché non
era in grado di rendere felice la sua famiglia? Cosa aveva fatto di sbagliato?
Proprio niente. E i suoi piccoli? Loro soffrivano la fame molto più dei due genitori. Sarebbero rimasti poveri per sempre, non c'era nulla da fare.
I
suoi tristi pensieri furono interrotti dall'entrata di un anziano signore
all'interno della chiesa. Era un uomo sulla settantina, gracile, quasi calvo,
con un' ispida barba bianca e le guance scavate. Si sorreggeva con l'aiuto di
un lungo bastone nero, e portava con sé un buffo ed enorme ombrellone chiuso,
colorato in modo molto vivace. Ai piedi, un paio di zoccoli di legno. Solo
soffermandosi su quest'ultimo particolare, Francesco notò che al suo fianco
c'era un ragazzino sui dieci anni, biondo, in apparenza tranquillo, ma
dall'aria furbetta e vivace. Indossava le stesse calzature del vecchio.
Francesco
si chiese cosa ci facessero in chiesa alle sei del mattino. Il vecchio gli si
avvicinò, e gli disse:
-Percepisco
sconforto nel tuo sguardo, giovane. Cosa ti turba?-
Dapprima
Francesco guardò torvo lo sconosciuto. Poi si sfogò con lui parlandogli delle
sue sventure.
L'uomo,
che si chiamava Giuseppe, lo ascoltò comprensivo. Alla fine del racconto,
rimasero in silenzio. Poi il vecchio parlò: -Sai una cosa? Questo bastone è
magico-.
Francesco
alzò un sopracciglio e a stento soffocò una risata.
Osservò
l'espressione del bambino e notò con sollievo che anche lui appariva stupito
dell'affermazione.
-
Non prendetemi in giro, dico davvero! É in grado di portare soldi e fortuna! -
Detto
questo gli porse il bastone nero. - Dopo aver seguito la mia Messa, vai a casa,
usalo in maniera responsabile e torna qui domani per rendermelo. Ti darei il
mio ombrello, possiede le stesse proprietà magiche, ma mi serve per proteggermi
dal sole... -
Francesco
seguì attentamente la Messa, celebrata dall'uomo, Padre Picco, aiutato dal
bambino che gli faceva da chierichetto. I concetti che il vecchio dispensava
erano pochi, ma di massima importanza e di grande spiritualità.
Francesco
non credeva neanche a una parola di quello che P.Picco gli aveva detto, ma per
farlo contento aveva preso l'oggetto, e il giorno dopo glielo avrebbe
riportato.
Una
volta tornato a casa, Francesco appoggiò il bastone alla parete del
salotto e tornò a dormire. Uno dei suoi due figli, svegliandosi e girando per
casa, lo notò. La curiosità del piccolo superò la sua sonnolenza. Prese il
bastone e cominciò a giocarci: prima fu una spada, poi lo scettro del re e
infine una mazza da baseball. Per sbaglio colpì il vaso di vetro posto al
centro del tavolo, che cadde a terra
frantumandosi in mille pezzi. Tanti piccoli pezzi, che però non erano più di
vetro, bensì d'oro.
I
genitori si svegliarono di soprassalto a causa del rumore avvertito. Ciò che li
fece sbigottire non fu il vaso rotto, bensì il materiale di cui era realizzato.
Il figlio diede loro delle spiegazioni, e a quel punto Francesco, confuso,
raccontò alla moglie ciò che era successo quella mattina.
Fu
così che la famiglia diventò ricchissima in una sola mattinata, grazie al
bastone magico, in grado di moltiplicare soldi e trasformare tutto in oro.
Il
giorno dopo Francesco non si presentò all'appuntamento con il vecchio.
Era
intenzionato a tenersi il bastone magico, e mai, per nulla al mondo, lo avrebbe
restituito al legittimo proprietario.
Possiamo
dire con rammarico che l'uomo diventò avaro, e ogni giorno voleva sempre di
più. La moglie era contrariata poiché il marito non riservava più le stesse
cure e attenzioni alla sua famiglia. -Ormai avete di che mangiare - aveva
detto, - dunque lasciatemi in pace -.
Una
settimana dopo, Francesco si trovava nei pressi della chiesa di Santa
Marta "al gisin". Ritenne
opportuno rendere omaggio a Dio, dopo che lo aveva aiutato.
All'ultimo
banco, come se lo avesse atteso per sette giorni, c'era P.Picco.
Con
lui non c'era il fedele chierichetto.
-
Finalmente hai riportato ciò che è mio - disse con enfasi.
Francesco
rise, beffardo. Quant'era cambiata la sua personalità!
-
Non ci penso nemmeno - esclamò. - Non rinuncerò ai miracoli di questo oggetto.
Per nulla al mondo-
-
Davvero? Neanche per la tua famiglia compieresti questo sacrificio? Sai cos'è
la penitenza? Sai cos'è l'umiltà? Ti sei scordato di tutto questo, Francesco, a
causa della ricchezza che ti ha accecato. Quando ti ho visto, ho riconosciuto
in te la povertà, lo sconforto, ho intravisto valori importanti che ora non ci
sono più! Ti ho voluto aiutare e per questo dovresti essere grato a me, ma
soprattutto a Dio! Vergognati, soprattutto perché hai fatto del male alla tua
famiglia! - A quel punto alzò un dito e Francesco si ricordò di quell'immagine,
come se l'avesse già vissuta. Gli venne in mente di averla letta in un libro,
in un romanzo, forse, ma il titolo gli sfuggiva..
Quelle
parole lo turbarono e lo fecero riflettere, ma non appena il vecchio abbassò il
dito, girò sui tacchi e se ne tornò a casa, senza dire una parola.
Ma
non c'era nessuno. L'abitazione era vuota. L'uomo fu preso dal panico. Tornò al
"Gisin", da dove il vecchio non si era mosso.
-
Dove sono? Che maledizione hai lanciato su di noi? - gli urlò.
L'altro,
con tono pacato, gli suggerì di restituirgli il bastone e tutto sarebbe ritornato
come prima.
Si
guardarono negli occhi e Francesco capì l'umiltà, la bontà e la ricchezza
d'animo che aveva colto nella predica della settimana prima. Il suo cuore ebbe
un sussulto e, quasi meccanicamente, restituì il bastone al legittimo proprietario.
I suoi abiti tornarono ad essere sgualciti e rattoppati e nel suo portafogli,
neanche più un soldo.
Francesco,
piangendo, corse via, e sussurrò un “grazie”, rivolto a P.Picco, ma soprattutto
a Dio.
Arrivato
a casa, trovò la sua famiglia riunita intorno
al tavolo della cucina umida. Non erano più ricchi come prima, ma qualche soldo
era rimasto. Giusto il necessario per vivere nell'attesa di trovare un
lavoretto. E la fortuna volle che proprio qualche giorno dopo Francesco
trovasse un impiego presso un ristorante come cameriere. Finalmente, negli
occhi della moglie vi erano orgoglio e soddisfazione.
Quanto
imparò Francesco da quell'esperienza! E tutto lo dovette a Padre Picco, la cui
santità e devozione verso Dio resteranno di esempio per tutti.
THE MAGIC STICK
The church
was peaceful. Francesco, deep in his thoughts, was seated in the last pew of Santa Marta 's church. He
had left home really early. He hadn’t managed to sleep all night and, walking
along the side streets in Gozzano, he had decided to go there to pray. God
wouldn't help him to pay all his debts, but at least he'd be able to give him
the strength to face that hard day. In fact the day after, a mid-July Monday,
the last instalment of his loan would expire. If he managed to pay it, his
house would become his property. He had made so many sacrifices, and now, one
step from achieving his dreams, all had disappeared. There wasn't any money and
his despair was more than justified.
His wife had
implored him to look for a job but it wasn't easy. In those times of crisis
nobody needed employees, if anything they were reducing salaries. But the
disappointed, grieved, resigned look of his sad wife wrenched his heart. Why
wasn't he able to make his family happy? What had he done wrong? Nothing at
all. And his children? They suffered hunger much more than the two of them. They
would remain poor forever, there was nothing to do.
His sad
thoughts were interrupted by the entrance of a slender, almost bald old man with
a bristly white beard and hollow cheeks. He held himself up with the help of a
long black stick, and he carried a funny, huge, closed, brightly coloured
umbrella. On his feet a pair of wooden clogs. Dwelling on his last detail, Francesco
noticed that beside him there was a boy of about ten, blond, apparently calm but
with a crafty look. He wore the same footwear as the old man.
Francesco
asked himself what they were doing in
the church at 6.00 a .m.
The old man came close to him and said: - I perceive discouragement in your
look...What troubles you?-
At first Francesco
looked grimly at the stranger. Then he began to pour out his troubles and talk
about why he looked so bad. The man, who was called Giuseppe, listened to him, understanding.
At the end of the tale, they remained silent. Then the old man spoke: ''Do you
know what? This stick is magic''.
Francesco
lifted an eyebrow and just about managed to choke a laugh. He scrutinized the
child's expression and noticed with relief that he seemed surprised by the statement,
too.
- Don't make fun
of me, I'm serious! It can bring money and luck. -
Having said
that he gave him the black stick. - After attending Mass, go home, use it
responsibly and come back here tomorrow to give it back to me. I'd give you my
umbrella, it possess the same magic properties, but I need it to repair me from
the sun.-
Francesco listened
carefully to the Mass celebrated by Padre Picco, helped by the child that was
his altar boy. The concepts that the old man preached were few, but of
principle importance and of intense spirituality.
Francesco
didn't believe a single word of what Padre Picco had said, but to make him
happy he took the object and he would bring it back the day after.
Once he was
back home, Francesco leaned the stick against the wall of the sitting-room, and
he went to sleep. One of his children waking up and wandering around the house
noticed it. The boy's curiosity overcame his sleepiness. He took the stick and
he began playing: at first it was a sword, then the sceptre of the king and
finally a baseball bat.
Accidentally
he hit the glass vase in the middle of the table, that fell down and broke into
a thousand pieces. Lots of little pieces: they were no longer made of glass but
of gold.
The parents
woke up with a start because of the noise they heard. What dismayed them wasn't
the broken vase but the material it was made by. The son gave them explanations
and Francesco, confused, told his wife what had happened that morning.
And that’s how the family became rich in only one
morning, thanks to the magic stick that could multiply money and transform all
into gold.
The day after Francesco didn’t turn up at the
appointment with the old man. He intended to keep the magic stick, and never, for
anything at the world, he would return it to the legitimate owner.
We can say with regret that the man became stingy, and every day he wanted more. His wife was annoyed
since her husband didn’t have the same care and attention for his family any
more. – You have enough to eat- he said- therefore leave me alone-
A week after, Francesco was near Santa Maria ’s church. He thought it proper to
honour God who had helped him. In the last pew, as if he had been waiting him
for the past seven days, there was Padre Picco. The faithful altar boy wasn’t with
him.
– At last you have brought back what is mine- he said
with emphasis. Francesco laughed, scoffing. How much his personality had
changed!
– I wouldn’t even think about it- he exclaimed – I
won’t give up the miracles of this object. For nothing in the world.
– Really? Not
even for your family would you make this sacrifice? Do you know what penance is?
Do you know what humility is? You forgot all about this, Francesco, because of
the wealth that has blinded you. When I saw you, I recognized poverty and
despair in you, I caught sight of important values that aren’t there any more!
I wanted to help you and for this reason you should be grateful to me, but
above all to God! Shame on you, especially because you’ve hurt your family!-
At that point he lifted a finger and Francesco
remembered that image, as if he had already lived the moment. He remembered
that he had read it in a book, in a novel, perhaps, but the title eluded him…
These words troubled him and made him think, but as soon as the old man lowered
his finger, he turned on his heels and went home without saying a word. But
there was nobody. The house was empty. The man panicked. He went back to Santa Maria ’s church,
where the old man hadn’t moved.
– Where are they? What curse have you cast on us?- he shouted.
The other calmly suggested he should give back the
stick, and everything would return as it was before. They looked into one
another’s eyes and Francesco understood the humility, the kindness and the
richness of spirit that he had heard in the sermon the week before. His heart
gave a leap, and almost mechanically, he returned the stick to its rightful
owner. His clothes returned to being patched and crumpled and his wallet without
a penny.
Francesco, crying, ran away, and whispered a “thank
you” to Padre Picco, but above all to
God. Upon arriving home, he found his family gathered around the table in the wet
kitchen. They weren’t as rich as before, but some money was left. Just enough
to live while waiting to find a job. And as fate would have it, just some days later Francesco found a job as
a waiter in a restaurant. At last, in his wife’s eyes there was pride and
satisfaction.
How much Francesco learned from that experience! And
he owed everything to Padre Picco, whose sanctity and devotion to God will
remain an example for everyone.
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