FRANCO
E IL SUO SEGRETO
di
Severina Giovanni
tradotto
da Laura Bellossi, Elisa Maggi e Marta Allesina
Franco
era un uomo di appena 20 anni quando arrivò a Gozzano e si fece assumere alla
Bemberg.
Viveva
in paese da solo senza conoscere nessuno perchè si era trasferito da poco, ma
nel corso degli anni, proprio per il suo impiego, diventò una persona molto
nota. Grazie alla fabbrica incontrò colei che sarebbe diventata sua moglie e
insieme ebbero un figlio: Giorgio. Fin da piccolo Giorgio andava a fare il
bagno al Lido, sul lago d’Orta: ogni giorno estivo andava là e certe volte
chiedeva anche di andarci in inverno quando la giornata era assolata.
Un
giorno però cominciarono le indagini da parte della polizia sulla possibilità
che il lago fosse inquinato. Fu la logica conseguenza della singolare denuncia
di una donna che aveva fatto presente che nel lago non si pescavano più pesci:
era la Poldina del Pascolo che, solita vendere al Sabato al mercato di Gozzano
i pesci pescati nel lago, era stata una delle prime persone a rendersi conto
che di pesci non ce n'erano più.
La
Scientifica aveva ipotizzato che l’inquinamento del lago era probabilmente
dovuto alla Bemberg ed aveva origine dagli scarichi situati a Lagna.
Franco,
saputo della notizia, cominciò a pensare al fatto che poteva aver contribuito
ad inquinare la flora e la fauna della zona, ma non solo, poteva anche essere
responsabile di aver intossicato migliaia di persone che come Giorgio andava a
fare il bagno al lago; tuttavia non poteva credere al fatto che l’azienda in
cui aveva lavorato per molti anni avrebbe potuto fare qualcosa di simile.
Nei
giorni seguenti Franco visse nella convinzione che la Bemberg e l’inquinamento
del lago non avessero niente in comune. Un giorno al lavoro chiese al
responsabile della Fabbrica come avveniva lo smaltimento delle sostanze
tossiche e dei rifiuti inquinanti. L'uomo chiuse la porta dell'ufficio e,
raccomandandosi il massimo riserbo, gli rivelò che la notizia dell’
inquinamento del lago da parte dell’azienda era vera anche se si cercava di
negare l'evidenza. Saputo ciò Franco fu assallito dai sensi di colpa e
immediatamente si mobilitò per smuovere le coscienze dei responsabili: era una
questione civile, di responsabilità umana e da cittadini onesti.
Come
primo gesto raccolse prove inconfutabili e chiese ai dirigenti dell’azienda un
colloquio per poter chiedere se fosse possibile smaltire le sostanze tossiche in modo
che ciò non nuocessero più alla salute dei cittadini. Da tutti ebbe la stessa
risposta: smaltire i rifiuti in maniera pulita avrebbe comportato un aumento
dei costi e l’azienda sarebbe finita in perdita con il conseguente fallimento.
Deluso
ma non arreso Franco convocò, in una riunione alla SOMSI, tutti i dipendenti
Bemberg per illustrare la situazione, ma anche questo tentativo fu un
fallimento: in molti si misero ad urlargli contro andandosene quasi indignati,
dandogli dell’ingrato e accusandolo di non avere rispetto per l’azienda.
Improvvisamente Franco divenne la persona più sospetta di tutta Gozzano e quasi
nessuno gli rivolgeva più la parola poiché sembrava stesse boicottando la
Bemberg ossia l’industria che dava lavoro alla maggior parte degli abitanti del
luogo.
Franco qualche giorno dopo si
licenziò, poiché non sopportava il fatto di accondiscendere a quel
comportamento. Poco per volta fu il fallimento anche del Lido, e si diffuse la
notizia:
Lago
d'Orta luglio 1986: è in corso un processo di inquinamento, iniziato nel
1926 e dovuto a scarichi di solfati di rame e ammonio di una industria tessile
per la produzione di rayon che in pochi anni rese il Lago d'Orta un ambiente
invivibile per la maggior parte degli organismi pelagici e bentonici presenti.
Dal 1 luglio 1986 è in atto la proibizione della balneazione a causa
dell'acidità superiore ai limiti di pH imposti dalla normativa vigente che
provocherà pesanti ripercussioni per una zona tipicamente turistica. Anche la
pesca, notevole risorsa prima dell'inizio dell'inquinamento, è ormai quasi
totalmente scomparsa. Non sono sufficienti gli interventi finora
attuati,l'Istituto Italiano di Idrobiologia mette a punto un progetto di liming,
cioè di neutralizzazione dell'acidità presente mediante l'immissione di
carbonato di calcio.
Franco ha 80 anni e osserva dal
molo del Ristorante "La Poncetta" le operazioni di
risanamento e considera che finalmente tutti hanno assunto le loro
responsabilità.
Oggi è possibile
affermare che la situazione del Lago d'Orta è enormemente migliorata. Franco
non c'è più ma il Lago vive, il Lido è molto frequentato e da lassù, con
silenzioso orgoglio, Franco osserva Giorgio, i suoi nipoti e la ridente
balneazione del Lago d'Orta: forse insieme alla Poldina del Pascolo può credere
che il senso civile dà dei buoni risultati!
Ispirato all' opera di risanamento
del lago d'Orta dall'inquinamento: anni '80
FRANCO AND HIS SECRET
Franco was only 20 when he arrived in Gozzano and was
taken up by the Bemberg. He lived alone in the village without knowing anyone
because he had just moved, but over the years, thanks to his job, he became a
very well-known person. Because of the factory, he met the person who would
become his wife and they had a son, Giorgio. Ever since he was little Giorgio
loved swimming at the Lido on lake
Orta: every summer day he
went there, sometimes he asked to go there even in winter, when it was sunny.
But one day police inquiries began about the possibility
that the lake was polluted as a result of a strange complaint from a woman who
reported that in the lake you didn’t catch fish anymore: she was Poldina del
Pascolo, who used to sell the fish from the lake at the Gozzano market on
Saturday. She was one of the first to realize that there wasn’t anymore fish in
the lake.
The Forensic Institute thought that the pollution of the
lake was caused by the Bemberg and it was originated by the waste discharged at
Lagna.
Franco heard the news and began thinking that he could
have been responsible for polluting flora and fauna in the area, and for
poisoning thousands of people who, as Giorgio, used to swim in the lake;
however he couldn’t believe that the factory where he had worked for many years
could have done something like that. The following days were spent in the conviction
that the Bemberg and pollution of the lake had nothing in common.
One day at work he asked the manager how the disposal of
the toxic wastes and pollutants was. The man closed the office door and
recommended that the matter be treated with maximum discretion; he revealed
that the news of the lake’s pollution by the factory was true, although they
tried to deny the evidence.
Knowing that, Franco was flooded by guilty feelings and
immediately he made those responsible aware of the civil question, of human
responsibility as honest city
dwellers.
At
first he collected irrefutable proof and he asked for a meeting with the
factory managers to ask if it was possible to get rid of the toxic substances,
so that they wouldn’t damage the citizens’ health. He received the same answer
from all of them: disposing of waste in a clean way would involve the factory
in heavy expenditure and afterwards it would go bankrupt. Disappointed but
without giving up, Franco called all the Bemberg employees to a SOMSI meeting,
to illustrate the situation. But this effort, too, proved to be a failure: many
started to scream at him, going away indignantly, calling him ungrateful and
telling him to respect the factory. Suddenly Franco became the most
suspected person in Gozzano and hardly anyone spoke to him any more, because it
seemed that he was boycotting the Bemberg, that is the factory that employed
the majority of local people.
Some days later Franco resigned from the factory, because
he couldn't consent to that behaviour. Little by little even the Lido
failed and the news that spread was:
Lake
Orta, July 1986: ever since 1926 the lake has been polluted by the dumping of
copper and ammonium sulphates of a textile factory for rayon production that in
a few years has made Lake Orta an uninhabitable environment for pelagic and
benthic organisms. Since 1st July 1986 bathing has been prohibited because of
the acidity, which is higher than the PH limits imposed by the regulations in
force, and this will have serious repercussions in a typically tourist area.
Even the fish, a considerable resource before the pollution began, have now
almost totally disappeared. The interventions, that have been carried out so
far, aren’t enough; the Italian Hydrobiology Institute is realizing a project
of liming: it means a neutralization project of the
acidity which is present with the introduction of calcium carbonate.
Franco is 80 years old and from the wharf of the
restaurant “La Poncetta”
he observes the reclamation operations: he considers that finally everybody has
taken their responsibility.
Today it is possible to affirm that Lake
Orta's situation has
enormously improved. Franco is dead, but the Lake is alive, the Lido is very
busy and from up above, with silent pride, Franco observes Giorgio, his
grandchildren and Lake
Orta's laughing bathers:
maybe with Poldina del Pascolo he can now believe that public spirit gives good
results!
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