LE STREGHE A SAN TOMMASO
di Giulia
Fabiani
Mentre il sole si nascondeva nel crepuscolo e la luna
entrava in scena nel cielo oramai dipinto di rosso, un giovane contadino, troppo
stanco per affrontare: il lungo ritorno a casa, decise di riposarsi sotto la
folta chioma della quercia centenaria nei pressi della chiesa eretta in onore
di San Tommaso, nella campagna di Briga Novarese. Senza il tempo di rendersene
conto si addormentò, esausto e ignaro di ciò che da lì a poco sarebbe successo.
Nell’aria quella sera aleggiava una strana
sensazione di mistero e il vento portava con sé un dolce profumo di fiori e
miele. Il bosco vicino sembrava animarsi coperto da stelle luminose scese come
testimoni di ciò che stava per accadere. Ad un tratto il contadino fu svegliato
da una luce abbagliante che fluttuava davanti a sé.
Ancora assopito non riuscì a capire cosa stesse
succedendo quando questa luce si materializzò in una splendida figura umana di
donna. Il suo viso era contornato da lunghi capelli ramati con piccoli fiori
turchesi sparsi sulla chioma; aveva bellissimi occhi verdi che brillavano colmi
di magia e curiosità e la sua bocca era di un rosso vermiglio con labbra
pronunciate e morbide. Si avvicinò a lui sussurrandogli parole incomprensibili ma ne rimase fortemente attirato al punto che si alzò, e andò
con lei davanti all’entrata della chiesa. Lei, guardando il bosco, fece un
cenno con la mano e dal nulla uscirono strani personaggi, animali
parlanti e uomini alti meno di un metro, simili a gnomi.
Si avvicinarono al giovane spaventato, ma
con aria tranquilla e rassicurante gli fecero capire che non doveva temere
nulla e lo invitarono a seguirlo fino alla fontana di San Tommaso. Giunti alla
fonte si misero seduti e attesero per quasi mezz’ora ma al contadino parve
un’eternità. Poi notò che la fanciulla dai capelli ramati guardava verso un
angolo del cielo e dopo pochi istanti apparvero volteggiando alcune donne
avvolte in mantelli dei colori della notte.
I loro volti erano pallidi con strani disegni ai
bordi degli occhi, le loro labbra sussurravano filastrocche in una lingua sconosciuta.
Si avvicinarono alla fanciulla e l’abbracciarono così come il resto del gruppo. Alla fine dei loro rituali presero il contadino
per mano e si avvicinarono alla fonte. Dalle loro mani uscirono polveri
luccicanti e colorate che caddero nella fonte; a quel punto l’acqua si
tinse di un intenso blu. Tutti iniziarono a dissetarsi con quest’acqua; tutto sapeva
di paradiso. Il giovane prese parte con le streghe, o forse fate, a danze
semplici, dolci e selvagge nello stesso tempo, fino allo sfinimento. E si assopì ai bordi della fonte. Le magiche donne lo sollevarono e lo
riportarono sotto alla quercia centenaria. E così, come erano arrivate,
sparirono.
Alle prime luci dell’alba il contadino si
destò sorridendo, convinto di aver fatto un bellissimo e stravagante sogno; si
alzò e si accorse che ai suoi piedi c’erano due bellissimi
fiori turchesi e rimase di sasso. Nei giorni successivi non fece altro che
pensare all’accaduto recandosi più volte alla chiesa di San Tommaso senza
trovare una risposta alla martellante domanda.. "Sogno o realtà?
Ispirato ad una leggenda che racconta di magici
incontri di streghe che scendono da Invorio verso Briga Novarese per
incontrarsi alla fontana di San Tommaso in Briga.
Nessun commento:
Posta un commento