venerdì 25 maggio 2012

LE STREGHE A SAN TOMMASO


LE STREGHE A SAN TOMMASO
di Giulia Fabiani

Mentre il sole si nascondeva nel crepuscolo e la luna entrava in scena nel cielo oramai dipinto di rosso, un giovane contadino, troppo stanco per affrontare: il lungo ritorno a casa, decise di riposarsi sotto la folta chioma della quercia centenaria nei pressi della chiesa eretta in onore di San Tommaso, nella campagna di Briga Novarese. Senza il tempo di rendersene conto si addormentò, esausto e ignaro di ciò che da lì a poco sarebbe successo.
Nell’aria quella sera aleggiava una strana sensazione di mistero e il vento portava con sé un dolce profumo di fiori e miele. Il bosco vicino sembrava animarsi coperto da stelle luminose scese come testimoni di ciò che stava per accadere. Ad un tratto il contadino fu svegliato da una luce abbagliante che fluttuava davanti a sé.
Ancora assopito non riuscì a capire cosa stesse succedendo quando questa luce si materializzò in una splendida figura umana di donna. Il suo viso era contornato da lunghi capelli ramati con piccoli fiori turchesi sparsi sulla chioma; aveva bellissimi occhi verdi che brillavano colmi di magia e curiosità e la sua bocca era di un rosso vermiglio con labbra pronunciate e morbide. Si avvicinò a lui sussurrandogli parole incomprensibili ma ne rimase fortemente attirato al punto che si alzò, e andò con lei davanti all’entrata della chiesa. Lei, guardando il bosco, fece un cenno con la mano e dal nulla uscirono strani personaggi, animali parlanti e uomini alti meno di un metro, simili a gnomi.
Si avvicinarono al giovane spaventato, ma con aria tranquilla e rassicurante gli fecero capire che non doveva temere nulla e lo invitarono a seguirlo fino alla fontana di San Tommaso. Giunti alla fonte si misero seduti e attesero per quasi mezz’ora ma al contadino parve un’eternità. Poi notò che la fanciulla dai capelli ramati guardava verso un angolo del cielo e dopo pochi istanti apparvero volteggiando alcune donne avvolte in mantelli dei colori della notte.
I loro volti erano pallidi con strani disegni ai bordi degli occhi, le loro labbra sussurravano filastrocche in una lingua sconosciuta.
Si avvicinarono alla fanciulla e l’abbracciarono così come il resto del gruppo. Alla fine dei loro rituali presero il contadino per mano e si avvicinarono alla fonte. Dalle loro mani uscirono polveri luccicanti e colorate che caddero nella fonte; a quel punto l’acqua si tinse di un intenso blu. Tutti iniziarono a dissetarsi con quest’acqua; tutto sapeva di paradiso. Il giovane prese parte con le streghe, o forse fate, a danze semplici, dolci e selvagge nello stesso tempo, fino allo sfinimento. E si assopì ai bordi della fonte. Le magiche donne lo sollevarono e lo riportarono sotto alla quercia centenaria. E così, come erano arrivate, sparirono.
Alle prime luci dell’alba il contadino si destò sorridendo, convinto di aver fatto un bellissimo e stravagante sogno; si alzò e si accorse che ai suoi piedi c’erano due bellissimi fiori turchesi e rimase di sasso. Nei giorni successivi non fece altro che pensare all’accaduto recandosi più volte alla chiesa di San Tommaso senza trovare una risposta alla martellante domanda.. "Sogno o realtà?

Ispirato ad una leggenda che racconta di magici incontri di streghe che scendono da Invorio verso Briga Novarese per incontrarsi alla fontana di San Tommaso in Briga.


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