venerdì 25 maggio 2012

FRANCO E IL SUO SEGRETO - FRANCO AND HIS SECRET



FRANCO E IL SUO SEGRETO
di Severina Giovanni
tradotto da Laura Bellossi,  Elisa Maggi e Marta Allesina

Franco era un uomo di appena 20 anni quando arrivò a Gozzano e si fece assumere alla Bemberg.
Viveva in paese da solo senza conoscere nessuno perchè si era trasferito da poco, ma nel corso degli anni, proprio per il suo impiego, diventò una persona molto nota. Grazie alla fabbrica incontrò colei che sarebbe diventata sua moglie e insieme ebbero un figlio: Giorgio. Fin da piccolo Giorgio andava a fare il bagno al Lido, sul lago d’Orta: ogni giorno estivo andava là e certe volte chiedeva anche di andarci in inverno quando la giornata era assolata.
Un giorno però cominciarono le indagini da parte della polizia sulla possibilità che il lago fosse inquinato. Fu la logica conseguenza della singolare denuncia di una donna che aveva fatto presente che nel lago non si pescavano più pesci: era la Poldina del Pascolo che, solita vendere al Sabato al mercato di Gozzano i pesci pescati nel lago, era stata una delle prime persone a rendersi conto che di pesci non ce n'erano più.
La Scientifica aveva ipotizzato che l’inquinamento del lago era probabilmente dovuto alla Bemberg ed aveva origine dagli scarichi situati a Lagna.
Franco, saputo della notizia, cominciò a pensare al fatto che poteva aver contribuito ad inquinare la flora e la fauna della zona, ma non solo, poteva anche essere responsabile di aver intossicato migliaia di persone che come Giorgio andava a fare il bagno al lago; tuttavia non poteva credere al fatto che l’azienda in cui aveva lavorato per molti anni avrebbe potuto fare qualcosa di simile.
Nei giorni seguenti Franco visse nella convinzione che la Bemberg e l’inquinamento del lago non avessero niente in comune. Un giorno  al lavoro chiese al responsabile della Fabbrica come avveniva lo smaltimento delle sostanze tossiche e dei rifiuti inquinanti.  L'uomo chiuse la porta dell'ufficio e, raccomandandosi il massimo riserbo, gli rivelò che la notizia dell’ inquinamento del lago da parte dell’azienda era vera anche se si cercava di negare l'evidenza. Saputo ciò Franco fu assallito dai sensi di colpa e immediatamente si mobilitò per smuovere le coscienze dei responsabili: era una questione civile, di responsabilità umana e da cittadini onesti.
Come primo gesto raccolse prove inconfutabili e chiese ai dirigenti dell’azienda un colloquio per poter chiedere se fosse possibile smaltire le sostanze tossiche in modo che ciò non nuocessero più alla salute dei cittadini. Da tutti ebbe la stessa risposta: smaltire i rifiuti in maniera pulita avrebbe comportato un aumento dei costi e l’azienda sarebbe finita in perdita con il conseguente fallimento.
Deluso ma non arreso Franco convocò, in una riunione alla SOMSI, tutti i dipendenti Bemberg per illustrare la situazione, ma  anche questo tentativo fu un fallimento: in molti si misero ad urlargli contro andandosene quasi indignati, dandogli dell’ingrato e accusandolo di non avere rispetto per l’azienda. Improvvisamente Franco divenne la persona più sospetta di tutta Gozzano e quasi nessuno gli rivolgeva più la parola poiché sembrava stesse boicottando la Bemberg ossia l’industria che dava lavoro alla maggior parte degli abitanti del luogo.
Franco qualche giorno dopo si licenziò, poiché non sopportava il fatto di accondiscendere a quel comportamento. Poco per volta fu il fallimento anche del Lido, e si diffuse la notizia:

Lago d'Orta luglio 1986: è in corso un  processo di inquinamento, iniziato nel 1926 e dovuto a scarichi di solfati di rame e ammonio di una industria tessile per la produzione di rayon che in pochi anni rese il Lago d'Orta un ambiente invivibile per la maggior parte degli organismi pelagici e bentonici presenti. Dal 1 luglio 1986 è in atto la proibizione della balneazione a causa dell'acidità superiore ai limiti di pH imposti dalla normativa vigente che provocherà pesanti ripercussioni per una zona tipicamente turistica. Anche la pesca, notevole risorsa prima dell'inizio dell'inquinamento, è ormai quasi totalmente scomparsa. Non sono sufficienti gli interventi finora attuati,l'Istituto Italiano di Idrobiologia mette a punto un progetto di liming, cioè di neutralizzazione dell'acidità presente mediante l'immissione di carbonato di calcio.

Franco ha 80 anni e osserva dal molo del Ristorante "La  Poncetta"  le operazioni di risanamento e considera che finalmente tutti hanno assunto le loro responsabilità.

Oggi  è possibile affermare che la situazione del Lago d'Orta è enormemente migliorata. Franco non c'è più ma il Lago vive, il Lido è molto frequentato e da lassù, con silenzioso orgoglio, Franco osserva Giorgio, i suoi nipoti e la ridente balneazione del Lago d'Orta: forse insieme alla Poldina del Pascolo può credere che il senso civile dà dei buoni risultati!

Ispirato all' opera di risanamento del lago d'Orta dall'inquinamento: anni '80




FRANCO AND HIS SECRET

Franco was only 20 when he arrived in Gozzano and was taken up by the Bemberg. He lived alone in the village without knowing anyone because he had just moved, but over the years, thanks to his job, he became a very well-known person. Because of the factory, he met the person who would become his wife and they had a son, Giorgio. Ever since he was little Giorgio loved swimming at the Lido on lake Orta: every summer day he went there, sometimes he asked to go there even in winter, when it was sunny.
But one day police inquiries began about the possibility that the lake was polluted as a result of a strange complaint from a woman who reported that in the lake you didn’t catch fish anymore: she was Poldina del Pascolo, who used to sell the fish from the lake at the Gozzano market on Saturday. She was one of the first to realize that there wasn’t anymore fish in the lake.
The Forensic Institute thought that the pollution of the lake was caused by the Bemberg and it was originated by the waste discharged at Lagna.
Franco heard the news and began thinking that he could have been responsible for polluting flora and fauna in the area, and for poisoning thousands of people who, as Giorgio, used to swim in the lake; however he couldn’t believe that the factory where he had worked for many years could have done something like that. The following days were spent in the conviction that the Bemberg and pollution of the lake had nothing in common.
One day at work he asked the manager how the disposal of the toxic wastes and pollutants was. The man closed the office door and recommended that the matter be treated with maximum discretion; he revealed that the news of the lake’s pollution by the factory was true, although they tried to deny the evidence.    
Knowing that, Franco was flooded by guilty feelings and immediately he made those responsible aware of the civil question, of human responsibility as honest city dwellers.                                                                                                            At first he collected irrefutable proof and he asked for a meeting with the factory managers to ask if it was possible to get rid of the toxic substances, so that they wouldn’t damage the citizens’ health. He received the same answer from all of them: disposing of waste in a clean way would involve the factory in heavy expenditure and afterwards it would go bankrupt. Disappointed but without giving up, Franco called all the Bemberg employees to a SOMSI meeting, to illustrate the situation. But this effort, too, proved to be a failure: many started to scream at him, going away indignantly, calling him ungrateful and telling him to respect the factory. Suddenly Franco became the most suspected person in Gozzano and hardly anyone spoke to him any more, because it seemed that he was boycotting the Bemberg, that is the factory that employed the majority of local people.
Some days later Franco resigned from the factory, because he couldn't consent to that behaviour. Little by little even the Lido failed and the news that spread was:

Lake Orta, July 1986: ever since 1926 the lake has been polluted by the dumping of copper and ammonium sulphates of a textile factory for rayon production that in a few years has made Lake Orta an uninhabitable environment for pelagic and benthic organisms. Since 1st July 1986 bathing has been prohibited because of the acidity, which is higher than the PH limits imposed by the regulations in force, and this will have serious repercussions in a typically tourist area. Even the fish, a considerable resource before the pollution began, have now almost totally disappeared. The interventions, that have been carried out so far, aren’t enough; the Italian Hydrobiology Institute is realizing a project of liming: it means a neutralization project of the acidity which is present with the introduction of calcium carbonate.

Franco is 80 years old and from the wharf of the restaurant “La Poncetta” he observes the reclamation operations: he considers that finally everybody has taken their responsibility.
Today it is possible to affirm that Lake Orta's situation has enormously improved. Franco is dead, but the Lake is alive, the Lido is very busy and from up above, with silent pride, Franco observes Giorgio, his grandchildren and Lake Orta's laughing bathers: maybe with Poldina del Pascolo he can now believe that public spirit gives good results!



 


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